Affronto l’annosa questione dei diritti dei disabili, tema sensibile e indicativo di come sono considerati i cittadini di un paese. Porto un’esperienza personale e per l’occasione assumo le vesti di prosumer, ossia cerco di far sì che una mia esigenza personale venga presa in considerazione nella speranza che possa contribuire al miglioramento del servizio offerto alla collettività.
Periodicamente accompagno mia madre presso una struttura sanitaria dove riceve le cure di cui necessita. Avendo difficoltà di deambulazione, il Comune le ha riconosciuto da anni il diritto a un pass disabili per parcheggiare nelle aree di sosta riservate. Fino a poco tempo fa, chi possedeva il pass disabili poteva lasciare l’automobile nel piazzale interno della struttura in questione e raggiungere facilmente gli ambulatori. Recentemente la portineria ha fatto sapere che sono cambiate le disposizioni interne: non è più possibile sostare in quel luogo, ma bisogna recarsi presso il nuovo parcheggio interrato, distante circa 300 metri. Insomma, un bel pezzo di strada in più.